Il progetto nasce con l’intento di diffondere una cultura dell’economia circolare.
L’economia circolare, infatti, non riguarda solo le grandi industrie ma è necessario praticarla anche a livello domestico e locale con l’intervento di cittadini consumatori, start up, aziende e istituzioni per attuare uno sviluppo sostenibile salvaguardando l’ambiente.
La definizione di economia circolare ha fatto la sua comparsa sulla scena internazionale al Word Economic Forum di Davos nel 2014, conquistando la attenzione di una platea gremita di politici, imprenditori e giornalisti. Nel 2015 è diventata la chiave scelta dalla Commissione Europea per pensare e attuare il rilancio della economia del vecchio continente. Ma, nonostante se ne parli tanto, non sempre è chiaro cosa queste due parole possono fare per l’economia.
L’economia circolare può essere definita come un sistema in cui “il valore dei prodotti e dei materiali si mantiene il più a lungo possibile; i rifiuti e l’uso delle risorse sono minimizzati e le risorse mantenute nella economia quando un prodotto ha raggiunto la fine del suo ciclo vitale, al fine di riutilizzarlo più volte e creare ulteriore valore”.
Si tratta quindi di una economia nella quale la crescita è dissociata dall’impiego di risorse esauribili. E’ un sistema progettato per autorigenerarsi: i materiali di origine biologica devono rientrare nella biosfera, mentre i materiali di origine tecnica sono pensati per circolare all’interno del flusso, senza perdere qualità.