Misure troppo morbide che rischiano di risultare inefficaci.
Nei mesi scorsi Federconsumatori ha partecipato alla consultazione pubblica indetta da AGCom sul blocco dei servizi a sovrapprezzo nella telefonia mobile, scaturita da una battaglia che da anni portiamo avanti contro quelle che si configurano a volte come vere e proprie trappole per sottrarre credito agli utenti.
A chiusura del procedimento l’Authority ha pubblicato la tanto attesa delibera che, finalmente, mette fine alle attivazioni inconsapevoli dei cosiddetti VAS. Anche in seguito alle nostre pressanti richieste, l’Autorità ha imposto a tutti gli operatori di applicare di default il blocco entro il 21 marzo su tutte le nuove SIM. Sulle numerazioni già attive i gestori sono tenuti a trasmettere ai clienti SMS informativi: in assenza di contestazione entro 30 giorni dal ricevimento del messaggio, i servizi a sovrapprezzo associati alla SIM in questione verranno automaticamente disabilitati, compresi quelli volontariamente attivati dall’utente. Il cliente, ovviamente, potrà richiedere in qualsiasi momento la riattivazione eseguendo una procedura più sicura rispetto a quella utilizzata fino ad ora e basata sull’inserimento di appositi codici (OTP).
Un passo avanti, che accogliamo con soddisfazione in quanto si pone come obiettivo quello di mettere fine ad un problema che da tempo affligge gli utenti di telefonia: le attivazioni non richieste o inconsapevoli di servizi a pagamento.
Tuttavia siamo convinti che il provvedimento dell’Autorità sia ancora decisamente troppo soft, tanto da rischiare di risultare scarsamente efficace.
Non condividiamo la scelta di limitare l’informativa agli utenti al semplice invio dell’SMS, senza neanche proporre un’alternativa, come email, notifica sull’app, messaggio nell’area riservata del cliente e/o comunicazione sulla fattura per i clienti: prevedere almeno un’altra modalità di comunicazione consentirebbe una maggiore e più sicura conoscenza dell’iniziativa da parte dei clienti, soprattutto perché molti utenti tendono a trascurare la lettura dei messaggi di testo.
Allo stesso modo è a dir poco insoddisfacente la scelta di identificare solo l’SMS come “prova idonea a dimostrare in modo durevole” la volontà espressa dell’utente circa l’attivazione del servizio: il cliente invece dovrebbe poter esprimere la propria posizione anche con una modalità più affidabile e duratura, ad esempio con una mail, che consenta di produrre una documentazione in caso di contenzioso. Invieremo ulteriori osservazioni all’Autorità per sottolineare le criticità che ancora permangono.
“Alla luce di tali considerazioni, pur apprezzando l’attenzione posta sul tema, non possiamo che esprimere una certa delusione per come è stato formulato il provvedimento. L’Autorità, non raccogliendo molte delle nostre osservazioni, si è limitata, alla fine, ad azzerare una situazione che, in futuro, potrebbe ritornare esattamente al punto di partenza.” – dichiara Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori.